ESCLUSIVA - L'intuizione Hamsik, le mega plusvalenze a Brescia e il blitz Vargas: la storia di Maurizio Micheli, l'uomo di casa valutato da De Laurentiis

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ESCLUSIVA - L'intuizione Hamsik, le mega plusvalenze a Brescia e il blitz Vargas: la storia di Maurizio Micheli, <i>l'uomo di casa</i> valutato da De Laurentiis

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

Riccardo Bigon dirà ufficialmente addio alla SSC Napoli dopo sei stagioni, ed il presidente Aurelio De Laurentiis si trova nella situazione di sostituire nello stesso tempo sia l'allenatore che il direttore sportivo. Chi al suo posto? Quilon, l'agente di Benitez, durante l'incontro il presidente azzurro ha proposto il DS del Siviglia Monchi. Pista al limite dell'impossibile. Un'altra pista valutata nelle battute iniziali di questa scossa con epicentro a Castelvolturno è stata quella interna, con due opzioni: la promozione di Gianluca Grava, responsabile tecnico del settore giovanile, affiancato a Maurizio Micheli, attualmente membro dell'area scouting assieme a Leonardo Mantovani sotto il coordinamento di Marco Zunino. Le ultime indiscrezioni che arrivano da Verona parlano, però, di un completo spostamento dello staff verso il club scaligero, scenario che lascerebbe un enorme vuoto a livello tecnico nel club partenopeo.

Se di Gianluca Grava sappiamo qualcosa in più per via delle sue avventure in campo in questi anni, di Maurizio Micheli magari i tifosi conoscono un po' meno. Ma i meriti di Micheli, nelle sue avventure tra Brescia e Napoli, sono notevoli e, soprattutto, tanti. Basta elencare anche un solo giocatore, che del Napoli è capitano. Marek Hamsik, in Italia, è arrivato grazie a Maurizio Micheli e ve ne raccontiamo la storia. Pronti? Qualificazioni per l'Europeo under 17, anno 2003. Micheli è il responsabile degli osservatori del Brescia e, vista l'impossibilità finanziaria di arrivare a giovani di nazionali di primissima fascia come Spagna, Inghilterra o Germania, decide di volgere lo sguardo verso il girone di qualificazione composto da Slovacchia, Grecia, Lettonia ed Isole Far Oer. Si va a Kosice, l'obiettivo numero uno tuttavia non è Marek Hamsik bensì la mezzapunta Juraj Piroska. Chi? Verrà buono più tardi, tranquilli.

I fatti raccontano di un Micheli totalmente folgorato dalle capacità di un imberbe Marek Hamsik. Telefono che chiama da un lato, telefono che squilla dall'altro: risponde Josef Venglos, che di Hamsik è attualmente il procuratore e che allora era l'agente di riferimento del Brescia in Slovacchia. Venglos risponde e afferma che Hamsik, di lì a breve, sarebbe entrato nella sua agenzia ed avrebbe potuto fare da tramite sia con la famiglia Hamsik che con lo Slovan Bratislava proprietario del cartellino. I tempi corrono, bisogna imbastire un doppio affare: Micheli organizza il trasferimento e porta non solo Marek, bensì tutta la sua famiglia, in quel di Brescia per mostrare da vicino la foresteria per i giovani e la bontà dell'intero progetto societario affinchè tutti potessero essere coinvolti. Piroska (che affrontò l'Inter in Champions con la maglia dell'Artmedia Bratislava nel 2006, e che adesso vivacchia nel Senica) tuttavia non c'è: i genitori, che avevano parenti in Germania dalle parti di Friburgo, immaginano un futuro diverso per Juraj e praticamente snobbano il Brescia ritenendolo una seconda scelta. Vabbè.

Hamsik, comunque, non può essere ancora tesserato dal Brescia. Le normative non lo permettono, o almeno non permettono di tesserare il giovane Marek da comunitario perchè mancava la norma che avrebbe equiparato la Slovacchia ai paesi dell'Unione Europea. Micheli non demorde e, forte di un pre-contratto firmato da Hamsik e custodito in ufficio per mesi, aspetta: nel momento in cui la regola cambia, il primo volo per Bratislava è il suo. Sede dello Slovan, nuovo contratto firmato e depositato. Un affare da quanti dollari? Circa 60mila, un'inezia. Il resto, da Brescia a Napoli, è storia conosciuta.

Marek Hamsik non è comunque l'unica grande scoperta targata Micheli. Forse non ha trovato gli ambienti ideali in questi anni, ma sul talento di Bartosz Salamon si sono esposti in tanti. Anno 2006, un'eternità fa. Si gioca Portogallo-Polonia, amichevole tra le nazionali under 16. L'ex terzino sinistro polacco Marek Kozminski lo chiama per invitarlo a visionare tre giovani. Tra di questi Salomon non c'è, e come accade per Hamsik Micheli rimase colpito dalla prestazione del giocatore che, qualche anno più tardi, confermò tutto "Ricordo che scese negli spogliatoi, mi disse qualche parola, ma non capii niente, solo "Italia". Dopo due giorni lo rividi e mi spiegò. Il Brescia invitò me e tutta la mia famiglia a vedere la città, i campi di allenamento. Decisi di restare, credo di aver fatto la scelta giusta". Trattativa in silenzio condotta sotto traccia, per evitare inserimenti della Juventus che pure seguiva Salomon tramite il suo capo-scout Pasquale Sensibile. Salomon arriverà a Brescia a costo zero, e sarà venduto il 31 gennaio 2013 al Milan per 3,5 milioni di euro.

Non c'è due senza tre, si dice. Marek Hamsik, Bartosz Salamon, Omar El Kaddouri. El Kaddouri? Quello di proprietà del Napoli? Esattamente, proprio lui. Anno 2007, Torneo di Viareggio: l'Anderlecht, che a livello di settore giovanile la spiega a mezza Europa, mette in mostra un sedicenne El Kaddouri. La rete degli osservatori del Brescia, coordinata da Micheli, lo nota eccome: ad essere decisiva, nell'affare, è l'intermediazione tra lo stesso Micheli e la famiglia El Kaddouri. Va tutto a buon fine, il trasferimento viene chiuso attorno ai 90mila dollari. El Kaddouri finisce in Primavera, e da lì inizia la sua avventura nel calcio italiano che lo ha portato, nell'estate 2012, ad essere acquistato dal Napoli.

Il 2 aprile 2010 Micheli, assieme a Mantovani e Zunino, inizia la sua storia con la SSC Napoli. E c'è la sua firma in molti affare. Quali? Certamente quello che porta Edinson Cavani in azzurro: è proprio Micheli, dopo la segnalazione dell'area scouting e l'ok definitivo di Aurelio De Laurentiis sulla bontà delle qualità del Matador, a stringere i primi contatti con l'allora agente dell'uruguaiano, Pierpaolo Triulzi. Così come Micheli, sfruttando al meglio i suoi contatti in Argentina, è abile a chiudere l'operazione Federico Fernandez con l'Estudiantes (un'altra plusvalenza, peraltro) e vola in Cile per qualche settimana: tornerà con Edu Vargas, dopo esserci stato a stretto contatto per un po' (La Segunda, quotidiano cileno, pubblica anche una fotografia che lo ritrae). L'affare Vargas non è andato a buon fine, vero, ma resta l'abilità di Micheli nel chiudere una trattativa che vide l'inserimento anche di Chelsea, Roma ed Inter.

Il pallino, comunque, resta un altro. Più che un pallino, un piccolo rimpianto: non esser riuscito a portare Erik Lamela in azzurro. Micheli vola in Argentina nel 2010, direzione Buenos Aires con deviazione verso il Monumental. La casa del River Plate. Un incontro tra lo stesso Micheli e Lamela, milioni in gioco che ballano ed una fotografia, mai resa pubblica, a testimoniare l'incontro. Ma dopo aver portato in Italia ragazzi come Hamsik, Salamon, El Kaddouri, Fernandez e Vargas, riuscire a portare Erik Lamela in azzurro sarebbe stato addirittura troppo.

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