ESCLUSIVA – Belardi: “Napoli parentesi negativa, Marino fece miracoli. Vi svelo un retroscena Sarri-Floro Flores. Higuain al San Paolo? Saranno ca**i!”

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ESCLUSIVA – Belardi: “Napoli parentesi negativa, Marino fece miracoli. Vi svelo un retroscena Sarri-Floro Flores. Higuain al San Paolo? Saranno ca**i!”

di Ciro Novellino

La doppia sfida tra Napoli e Juventus, di campionato e coppa Italia, si avvicina. Prosegue la preparazione in vista dei match, ma la testa è rivolta alla prima gara, quella di campionato che “può dare la spinta in coppa Italia”. Ne abbiamo parlato, in esclusiva, con Emanuele Belardi, doppio ex. Queste le sue dichiarazioni:

La Reggina nella vita, ma la Campania nel destino: nato a Eboli ma subito arriva la Turris. E' qui che comincia la tua carriera...

“A 13 anni sono andato alla Reggina, ho fatto le giovanili, poi un anno di B e infine, come si usava all'epoca, sono andato in prestito: alla Turris. Feci la mia prima esperienza da titolare con, ovviamente, luci e ombre come capita a tutti i giovani. Fu un'esperienza formativa, tant'è che tornai a Reggio e vincemmo il campionato di serie B. Da lì cominciò tutta la mia carriera...”

Poi il ritorno a Reggio e la prima a San Siro. Alla scala del calcio parasti un rigore a Shevchenko

“Era dicembre, il titolare era Orlandoni che passava un momento difficile anche se la squadra in serie A stava disputando una buona stagione. C'erano tanti giovani e qualche esperto”.

Una telefonata che ti cambia la vita...

“Si, mi chiamò Colomba il giorno prima e mi disse: 'te la senti di giocare?' Io ero giovanissimo e mai avrei potuto dire di no. Facemmo 2-2 e al 90esimo parai il calcio di rigore a Shevchenko”.

E' destino, ripeto, arrivasti a Napoli: era da poco fallito, ma era quello della rinascita. Ti saresti aspettato una risalita così importante?

“Me l'aspettavo perchè era un progetto ambizioso. Io, sinceramente non ero convinto perchè venivo da due campionati di B e dalla serie A, da titolare. Non attraversavo un buon momento, volevo cambiare aria. Il progetto era ambizioso, ma la categoria era un problema. Alla fine qualche persona vicino a me influì nella scelta ma feci un errore perchè non ero psicologicamente pronto a buttarmi in quella categoria, ma fu un onore vestire la maglia del Napoli. Napoli, anche in serie D è sempre Napoli”.

Quindi l'addio dopo soli 5 mesi era frutto solo di un ambientamento mancato?

“Sinceramente, quando giocavo in casa riuscivo a sentire aria diversa, ma in tasferta soffrivo molto i campi: da San Siro, con tutto il rispetto, dovevo giocare a Lanciano, a Teramo e non riuscivo proprio ad ambientarmi. L'emozione che provai con la maglia del Napoli, però, restano fortissime”.

In squadra con te c'era Gaetano Fontana, esonerato dalla Juve Stabia negli ultimi tempi. Era già un allenatore in campo...

“Fontana era una persona molto applicata, da esempio per i più giovani. Gli piaceva spiegare e perdeva molto tempo a spiegare i suoi concetti. Un buon giocatore, ma la carriera da allenatore era nell'aria”.

In panchina c'era Ventura. Secondo te perchè non è riuscito ad imporsi in azzurro?

“Perchè anche il mister veniva da passati importanti e aveva fatto la serie A. Lì era l'anno zero e non avevamo neanche i palloni. La squadra è stata fatta in fretta in furia e tanti ragazzi non avevano fatto neanche la preparazione. Avevamo dei giovani e non c'era gente all'altezza del Napoli in rosa. C'erano dei buoni calciatori, poi a gennaio fu aggiustata la squadra. Partimmo a settembre senza preparazione. Il direttore Marino fece miracoli, così come la società le cui qualità sono ancora oggi visibili”.

Un giudizio sulla scuola portieri italiana? Da Donnarumma a Meret e Cragno...

“Abbiamo passato momenti difficili negli ultimi anni, ma la fama del portiere italiano sta tornando. Abbiamo diversi giovani che possono garantirci il futuro dopo Buffon”.

Meret o Cragno, chi più adatto al Napoli?

“Meret lo ricordo nelle giovanili a Udine, era un bambino. Sono contento che in B stia dimostrando le sue qualità. Cragno l'ho visto qualche volta giocare ma non ha colpito tantissimo, soprattutto nel fisico. Meret ha un fisico diverso. Per arrivare a certi livelli la fisicità conta”.

Che cosa hai pensato quando sei stato ingaggiato dalla Juventus in Serie B?

“La vita è strana, quando ho meritato di andare in una grande squadra, non ci sono arrivato. Poi il destino ha voluto che la Juve scendesse in B e cercasse un portiere di categoria e ci fu questa occasione. La cosa bella è stata è che, nella fortuna, sono stato bravo a farmi trovare pronto e la stagione successiva ho giocato 11 partite tra campionato e coppa Italia. Mi allungarono il contratto, così, di altri due anni. Quella è stata una grande soddisfazione, a parte la fortuna mi sono fatto apprezzare in campo e fuori”.

Una Juve in B ma con grandi campioni...

“Beh, c'erano campioni del Mondo come Buffon, Del Piero oltre a Trezeguet...”

Era una Juve scesa in B per Calciopoli. Oggi diventata importante in chiave nazionale e internazionale ma tornata alla luce della ribalta anche per queste voci che vedono i 'presunti' contatti tra Agnelli e la 'Ndrangheta. Ma come ti spieghi il tutto?

“E' un discorso ampio, ma quando si diventa forti, così come si vede in politica, e si ha un certo potere, poi subentrano degli intrecci particolari. Parlare di queste cose è sempre difficile, ci sarà la magistratura, oltre agli organi competenti, a dire la parola giusta. Quando ha sbagliato in passato è stata punita e mandata in B, adesso ci sono delle procedure in atto. Dispiace, la Juve ha pagato, ha sofferto ed è ritornata, dominando, ai fasti del passato, in Italia e facendosi rispettare in Europa. Il resto, a noi, deve riguardare poco: pensiamo al campo”.

A proposito di campo, Napoli-Juventus, campionato o coppa Italia, quale la più importanti?

“Al Napoli consiglierei il campionato: arrivare secondi sarebbe fondamentale, giocare la Champions League è importantissimo, senza passare per i preliminari. E' fondamentale. La coppa Italia è importante, ma in Champions ci sarebbero soldi e blasone diverso”.

Secondo te, come sarà accolto Higuain dal San Paolo?

“Saranno c**** (ride, ndr) perchè a Napoli i tifosi si fanno sentire. Saranno ironici, i campani sono attori nati. Immagino tra striscioni e sfottò, ci sarà tanto da divertirsi. Se Higuain non avesse baciato la maglia in passato, non ci sarebbe stato niente di male a cambiare squadra, perchè il calciatore gioca a calcio 16-17 anni, poi smette e chi ha guadagnato di più avrà una vita migliore. E' un lavoro come gli altri...”

Non avrebbe avuto i 'problemi' che avrà...

“Sarà sempre roba di campo. I tifosi del Napoli sono sempre stati sportivi”.

Dal campo alla scrivania...

“Lavoro al credito sportivo, non è più ambito Coni, siamo distaccati. Non è stata dura, era quello che volevo. Il campo lo vivo ugualmente con la mia scuola calcio a Eboli. Va benissimo, tanti vanno in giro: abbiamo ceduto un ragazzo al Torino, alla Sampdoria, all'Albinoleffe e al Frosinone. Stiamo dando opportunità a diversi ragazzi”.

Però con la Juve Stabia andò male...

“Gli allievi regionali della Juve Stabia non fanno classifica e quando si gioca quella partita mando sempre gli altri, quelli che giocano di meno. Non mi conviene... Approfittiamo di quelle partite per far giocare quelli che giocano di meno. Sono contento, ho fatto per 20 anni il professionista, ma il mondo del calcio giocato non mi interessa più di tanto”.

Torniamoci, però, a questo calcio giocato che segui. Questo Sarri che batte Allegri nella corsa alla panchina d'oro come lo giudichi?

“Sarri credo che sia il volto bello del calcio. Lo ricordo allenatore del Sorrento e dell'Arezzo. Di lui si è sempre parlato bene, anche in serie C. E' stato esonerato, aveva delle idee e dei valori”.

Un esempio?

“Mi ricordo che Floro Flores, quando eravamo all'Udinese, in passato mi diceva che ad Arezzo gli rompeva le scatole perchè aveva le scarpe colorate, erano le prime scarpe colorate. Da questi piccoli particolari riesci a capire che ha valori oltre che qualità. Insegna e fa capire determinate cose, forse queste cose in passato le pagava. Secondo me sono cose belle, avere valori puliti del passato nel calcio moderno è sempre una bella cosa. Sono molto contento per lui, ha dato un gioco e una disciplina che a Napoli non era facile dare”.

Sai meglio di me che però bisogna vincere. Sarri riuscirà a vincere a Napoli?

“Bisogna chiederlo al presidente. Sarri sta facendo tanto, forse dovrebbe rischiare qualche giocatore in più, tipo il secondo portiere o qualche riserva per avere un gruppo omogeneo e non rischiare nulla quando ci sono defezioni, cosa che non accade alla Juve. Questa è forse l'unica piccola pecca che ha Sarri. Mi auguro che possa vincere, se lo merita anche la piazza che dalla C è tornata alla Champions League”.

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