ESCLUSIVA - Armero: "Napoli nel cuore, lì mi è capitata una cosa mai vista! Volevo restare, ma per Benitez non ero importante. Cavani? Lo sento, non escludo il ritorno. Su Zuniga, lo scudetto e il balletto..." [VIDEO]

Esclusive fonte : dal nostro inviato in Brasile, Pasquale Edivaldo Cacciola
Intervista esclusiva di Pablo Armero a CalcioNapoli24.itIntervista esclusiva di Pablo Armero a CalcioNapoli24.it

SALVADOR (BR) - Fazendão, centro sportivo dell'Esporte Clube Bahia. Una delle due squadre della prima storica capitale del Brasile. Oggi neo promossa e reduce da anni difficili, con alle spalle però un passato importante: due titoli nazionali, di cui il primo pieno d'orgoglio datato 1959 contro il grande Santos di Pelè.

Salvador e Napoli, Bahia e Campania: così lontani ma così vicini. Un filo sottile e trasparente che lega due città e due territori tanto uguali. Sole, mare, allegria e... sofferenza. Due popoli costretti a fronteggiare quotidianamente le insidie della vita, ma entrambi dotati di muita garra. Avanti con enorme dignità, col sorriso e con una voglia di vivere che fa invidia al mondo intero. La prima è senza dubbi la città più napoletana del Paese verdeoro, il capoluogo campano invece è storicamente noto come la città italiana più brasiliana in assoluto. Entrambe con una passione speciale: il calcio. Ambedue le tifoserie con la stessa qualità: pazze d'amore, bollenti.   

Tra le file dell'Esquadrão, reduce da un ottobre straordinario, c'è anche un ex calciatore del Napoli: Pablo Estifer Armero. Uno dei punti di riferimento nello spogliatoio, l'uomo con maggior esperienza tra tutti. La redazione di CalcioNapoli24.it gli ha fatto visita nel proprio quartir generale, il primo dei due di proprietà baiana (c'è anche la Casa Tricolor, ancora in costruzione): una struttura all'avanguardia di 150 mila metri quadrati con quattro campi di calcio e diverse strutture moderne a disposizione della prima squadra e del settore giovanile. Giunto a gennaio quando in panchina c'era Walter Mazzarri, l'esterno colombiano ha poi salutato nella successiva sessione invernale dopo l'arrivo in estate di Rafa Benitez con 29 presenze totali:  

Pablo, innanzitutto come stai? 

"Ringrazio Dio per questa opportunità, ho iniziato bene il campionato baiano e il campionato del Nordest poi però mi sono infortunato. Ora sto recupererando, in attesa di essere disponibile quando il mister avrà bisogno di me". 

Sei stato protagonista nella finale della Coppa del Nordest con un assist di trivela, riportando un titolo che mancava da 15 anni

"Sì, mancava da tempo quel titolo al Bahia. E' un campionato importante per questa tifoseria, mentre per noi calciatori è molto gratificante vedere i tifosi esultare ed essere felici. E' un campionato che vogliono vincere, quest'anno ce l'abbiamo fatta ed è stato davvero bello".

Tuffo nel passato italiano: qual è la città che più ti è rimasta nel cuore? 

 "Mi è piaciuta Napoli per la gente, per l'armonia. Tutti gentili. Poi c'era il mare, il sapore del pesce (ride, ndr). Era bella la fiducia che la città ci dava, ma anche a Udine sono stato bene. I primi due anni furono molto positivi, sono stato il miglior esterno sinistro del campionato. Al Milan non ho fatto molto bene perché ho giocato poco, però ho bei ricordi ovunque e sono contento di aver fatto parte di queste grandi squadre". 

Il ricordo più bello a Napoli? 

"Una partita fuori di casa, era molto importante perché in caso di vittoria saremmo andati direttamente in Champions League (Bologna-Napoli 0-3, 2013). Ricordo di Zuniga, Cavani... ero lì con loro. Alla fine vincemmo, ritornammo nella massima competizione europea e la gente era davvero felice. Tutti contenti: squadra, presidente. Un momento davvero speciale". 

Come è nata la trattativa che ti ha portato in azzurro? 

"Il mio procuratore Luciano (Ramalho, ndr) e un dirigente dell'Udinese mi dissero di 2-3 opzioni. Però tutti sappiamo che in Italia il Napoli è una squadra forte e che gioca per vincere il campionato. Così mi decisi e devo dire la verità, si è rivelata una scelta molto positiva sia per me che per la mia famiglia". 

Anche perché è una città molto sudamericana... 

"Sì, è un posto caloroso. Parlano di più, fanno più facilmente amicizia. Questo è bello per i sudamericani che sono abituati così. E' una città molto differente da Udine, è più tranquilla e fredda. Ma ovunque si impara qualcosa. Sono contento per essere stato lì". 

In Italia ti sei reso famoso non solo per le tue giocate, ma anche per il tuo balletto... 

"Tutti sanno che mi piace esultare tanto quando faccio goal, trasmettere energia a tutti i miei compagni. Mi piace stare bene con tutti, allora col ballo esprimo la mia felicità. E tutti apprezzano quando danzo così". 

Stagione 2012/13, Napoli al secondo posto: perché non è arrivato lo scudetto? 

"Avevamo una grande squadra, ma penso che il calcio sia così. Ogni anno il Napoli era lì a ridosso, alla fine le altre squadre probabilmente ci studiavano analizzando i migliori giocatori per marcarli meglio. Alla fine eravamo anche un po' stanchi, certi giocatori giocavano quasi tutte le partite e questo probabilmente ha condizionato per la corsa scudetto".

La squadra, quindi, risentiva delle scelte di Mazzarri con i famosi titolarissimi? 

"Non lo so di preciso, perché io dal punto di vista di un giocatore vorrei sempre giocare. Ho sempre voglia di scendere in campo, di avere fiducia dall'allenatore. Soprattutto se si gioca in uno stadio come quello del Napoli, pieno in quasi tutte le partite. Sono cose che accadono nel calcio, magari non era il nostro momento". 

Questo, invece, potrebbe essere l'anno giusto per il Napoli?

"Sta facendo bene, ma il Napoli iniza sempre benissimo. Ora deve mantenere questo ritmo e fare qualcosa di diverso ogni partita per non diventare prevedibile. Credo che questo campionato può davvero dare una grande gioia ai tifosi". 

Se potessi scommettere 1 real, su chi lo punteresti?

"Dai, la Juventus ha già vinto tutto (ride, ndr). E' giusto che lasci qualcosa alle altre squadre, magari al Napoli che ogni anno gioca bene. Ora sta esprimendo il miglior calcio in Italia". 

Com'era il tuo rapporto con Walter Mazzarri?

"Per me è un grande allenatore, motivante. Ha un carattere forte, tutti lo rispettavamo e credevamo in lui. Per me ha fatto molto bene a Napoli". 

Tu hai qualche rimpianto per il breve periodo in azzurro?

"Quando Mazzarri è andato via, è arrivato Benitez che aveva altre idee. Pensavo che avrei giocato di più con lui poiché parlava la mia lingua e mi conosceva, ma è andata diversamente. Ero in una grande squadra come il Napoli, volevo guadagnare la fiducia del mister e dare di più ai tifosi che per strada mostravano il loro calore umano. Mi dispiace che non mi abbia dato la fiducia che volevo, però il calcio è così. Ma sono contento di aver vestito l'azzurro". 

Con Benitez era solo un discorso tecnico, o c'era anche qualcosa di personale? 

"Tatticamente e tecnicamente ero all'altezza, ma per lui non ero una carta importante. Per me non era facile, perché ero in nazionale e volevo più fiducia. Ma rispetto tutte le decisioni e tutti gli allenatori". 

Il presidente De Laurentiis che tipo è invece? 

"E' un presidente tifoso. Lui comanda tutto lì, ma ha passione e tifo. Anche la moglie è una grande persona. Stanno facendo bene, i tifosi stano apprezzando e piano piano arriverà lo scudetto".

Prima parlavi della gente, dei tifosi: raccontaci il siparietto più curioso

"Una volta eravo al supermercato con mia moglie, non avevo mai visto una cosa del genere: stavamo facendo la spesa, ma quando il capo mi ha riconosciuto mi ha detto di andare direttamente e senza pagare. Mi disse: "Tranquillo, non voglio i soldi. Napoli nel cuore". Mi piacque tanto questo episodio". 

Queste cose ti sono capitate a Udine e Milano? 

"Lì è diverso, la differenza tra Napoli e Udine è grandissima. A Udine le persone sono affettuose, ma anche molto fredde e diverse. A Napoli percepisci subito il calore umano, i napoletani sono più amichevoli. Milano è già più aperta di Udine, ma tra le tre quella più aperta e dove sono stato meglio è Napoli".

Oltre Zuniga, sei ancora in contatto con qualche tuo ex compagno al Napoli?

"Sì, sento Cavani, Hamsik, Inler. Sento ancora tanti calciatori e spesso ci vediamo, questo è molto importante". 

Inler è già tornato a Napoli, tu quando lo farai?

"(ride, ndr) Prima o poi lo farò. Come ho già detto prima, mi piace il calcio del Napoli e se Dio mi darà l'opportunità tornerò in città".

Intanto a dicembre scadrà il tuo contratto col Bahia: hai già piani per il futuro? 

"Il mercato è aperto in tanti campionati del mondo, col mio agente stiamo cercando la soluzione migliore per me e per la mia famiglia. Ora voglio finire bene qua e dopo vedremo la miglior soluzione per esprimere il mio talento". 

Che Armero sarebbe con mister Sarri? 

"Ha saputo unire il talento della squadra, c'è armonia tra attacco e difesa e gli azzurri giocano il miglior calcio d'Italia. C'è qualcosa di speciale in lui che sta piacendo ai giocatori". 

Prima dicevi di sentire ancora Cavani, secondo te ritornerà a Napoli? In molti sognano il bis... 

"L'unica cosa che posso dire è che lui ha fatto molto molto bene lì, se starà bene tornerà in quella che considera la sua casa. E' grato per lui e la sua famiglia". 

Voi colombiani però non avete lasciato benissimo Napoli, l'ultimo esempio è Duvan Zapata: il presidente ha avuto problemi con voi? 

"No, non c'è stato niente. Nessun problema. Semplicemente, scelte di calcio. Dell'allenatore o del direttore sportivo, che in quel momento fanno le scelte per il bene della squadra. Hanno perso giocatori importanti che fanno molto bene, ma il calcio è così. Niente di più". 

Di Zuniga in particolare, ci puoi dire qualcosa? 

"Veramente il fondo di questa storia non la so, anche se parlo con lui. Ha fatto molto bene a Napoli, ora merità un'opportunità perché è un grande calciatore". 

Possibile rivederti in Italia? 

"Se c'è una squadra che vuole le mie qualità, cross, un goal o una buona marcatura, può contare su di me. Dove mi vorranno, andrò". 

Chiudiamo col ricordo più bello della tua carriera

"Il mondiale, dove ho fatto il primo goal con la Colombia. E' stato spettacolare: i colombiani si identificano in me per allegria e dedizione".

Appuntamento a Russia 2018, allora...

"Magari. Devo lavorare di più giorno dopo giorno per stare bene e affinché mister Pekerman mi osservi". 

Si ringrazia l'EC Bahia e i responsabili della comunicazione, Vitor Tamar e Jayme Brandão, per la grande disponibilità e attenzione 

©RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE

 
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