Venerato a CN24: "Mazzarri come Benitez e Sarri, via perchè il Napoli non avrebbe mai scommesso su se stesso. Belgrado ha evidenziato più di un dubbio"

Editoriale fonte : Ciro Venerato per CalcioNapoli24
Venerato a CN24: Mazzarri come Benitez e Sarri, via perchè il Napoli non avrebbe mai scommesso su se stesso. Belgrado ha evidenziato più di un dubbio

Walter e il Toro: due mie passioni. Mazzarri è stato il tecnico della rinascita azzurra. Riuscito con poco…a fare tanto. La maglia granata

Walter e il Toro: due mie passioni. Mazzarri è stato il tecnico della rinascita azzurra. Riuscito con poco…a fare tanto. La maglia granata ha fatto sempre parte del mio dna. Chi ama il calcio non può non amare il Toro. Ha ragione Giampaolo Ormezzano. Superga, Meroni, il tremendismo granata, Puliciclone, il poeta del goal Sala, capitan Ferrini e il mitico Ciccio Graziani.  Poi Radice, il compianto Giagnoni e tanto altro. Prima dell’avvento di sua maestà Diego la mia generazione poteva solo gioire dei passi falsi bianconeri, non godere delle vittorie partenopee. A metà degli anni  70 chi tifava Napoli si riscattava in parte grazie ai granata, vero alter ego allo strapotere della Vecchia Signora made in Trap.

Urbano Cairo, dirigente che stimo, e il ds Petrachi (un caro vecchio amico), non potevano scegliere meglio in tal senso: Mazzarri è dotato dello spirito giusto per allenare il proletariato granata. A Napoli lottò contro le big del Nord, in Piemonte è riuscito a dare dignità ad un club che non può, non deve, sentirsi, figlio di un dio minore, per storia e censo. La classe operaia con Mazzarri deve tornare in paradiso. Un po’ quello che auguro al futuro segretario del PD.

Tutta Napoli deve molto a questo toscano cocciuto, riuscito a riportare la maglia azzurra nell’olimpo degli dei. Ancora oggi nessuno dei suoi successori ha fatto meglio di lui in Champions: con un pizzico di fortuna avrebbe eliminato anche il Chelsea di Di Matteo (che rimpiazzò Villas Boas dopo il ko subito dai blues al San Paolo). Mazzarri eliminò il City milionario di Mancini (che sulla panchina dell’Inter non fece meglio di Walter, pur spendendo quattro volte tanto!), senza allenare i campioni che hanno avuto Benitez, Sarri ed Ancelotti.

Arrivò terzo pur avendo il nono monte stipendi. Fu vice campione d’Italia, con il quinto monte ingaggi. Vinse la Coppa Italia piegando l’imbattuta Juve di Conte (non la Fiorentina, ndr). Aveva Cavani e Lavezzi, poi un manipolo di gladiatori. Senza la sua guida non fecero molto altro (basta leggere il curriculum di Gargano, Pazienza, Aronica, Paolo Cannavaro, Mascara eccetera) lontano dal Vesuvio.

Mazzarri fu accusato di difensivismo da chi di calcio capiva poco o era in assoluta malafede (Walter si donava a pochi, selezionava uomini e giornalisti, detestando i falsi adulatori). Anche Guardiola adotta la difesa a 3, lo fa spesso anche Allegri, parimenti Spalletti: dipende dall’interpretazione. Maggio era una scheggia a destra, altro che terzino. E quando si affrontava un 4-3-3 l’ex doriano scalava nella linea dei 4: non era un monoteista tattico. Il Napoli non giocava solo di rimessa. Altra cavolata. Ma se in casa quasi tutti i club venivano a Fuorigrotta per strappare il pari, come avrebbe vinto tutte quelle gare casalinghe il ciuccio di Walter?

Il divorzio fu inevitabile: un epilogo poi rivissuto con Benitez e Sarri. Capirono che il club non avrebbe mai scommesso su se stesso investendo cifre importanti. Prediligendo bilanci e plusvalenze. Io a Mazzarri resto legato e grato: meriterà sempre un saluto dalle curve. Ha lottato come un leone, dando tutto se stesso, rischiando anche un infarto per questi colori. Domenica sarà un avversario leale ma andrà temuto e rispettato. Il mio ciuccio avrà anche superato il raffreddore, parafrasando Carletto martello, ma è ancora convalescente.

La gara di Belgrado ha evidenziato più di un dubbio sul futuro prossimo di questa squadra. E’ lontana dal calcio di Sarri, ma non è assolutamente vicina a quello preteso da Ancelotti. Dubbi sul modulo (giusto riporre in soffitta il 4-3-3?), sugli interpreti (Hamsik regista? Insigne seconda punta? Ospina o Karnezis?) e su un’identità che tarda a venire fuori: ma c’è tempo. Nonostante questo la classifica è buona: Juve a parte il Ciuccio ha fatto meglio delle altre big deputate. Torino banco di prova. Domenica il Toro, il 29 la Vecchia Signora. Due gare che diranno molto sul futuro prossimo partenopeo. Ci faranno capire se il Napoli è una crisalide destinata a diventare farfalla.

Ciro Venerato

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