L'ha vinta lui...

Editoriale  
Ancelotti applaude il Napoli al San PaoloAncelotti applaude il Napoli al San Paolo

'Lo faccio oppure no?', non era domanda da porsi. L'integralismo delle passate stagioni lascia spazio al cambiamento. Si rinnova il Napoli,

'Lo faccio oppure no?', non era domanda da porsi. L'integralismo delle passate stagioni lascia spazio al cambiamento. Si rinnova il Napoli, si trasforma, abbandona il passato, cambia e si rinfresca. La nuova era azzurra, con l'avvento di Carlo Ancelotti è cominciata da tempo, passo dopo passo, schema dopo schema, partita dopo partita. La stagione era cominciata come era terminata la passata, vale a dire con il 4-3-3 che tanto aveva fatto sognare per lo spettacolare gioco di Sarri, ammirato in ogni dove. Poi l'esperienza di un tecnico vincente, come Ancelotti, ha portato a modificare quello stile e quel gioco per adattarlo alle proprie esigenze, portando ad un vero e proprio capolavoro tattico.

Il Napoli si ritrova a subire troppi gol ed è così che si passa al 4-4-2 con Insigne che si avvicina alla punta, con Callejon che fa l'esterno vero e proprio, con Zielinski e Fabian che si scambiano la posizione dall'altro lato. Il Napoli va, così va. La trasferta di Torino, sconfitta con la Juventus, è soltanto un episodio, come quello con la Sampdoria, anche se con i contorni diversi, visto che allo Stadium si era passati in vantaggio e si è fallita l'opportunità del 2-2 in dieci uomini. Il resto, poi, è storia...

Ma ieri, seconda gara del girone di Champions League, il tecnico di Reggiolo ha messo in campo tutta la sua esperienza: un vero e proprio capolavoro tattico di Ancelotti. Klopp sorpreso, Liverpool in difficoltà dal primo minuto, fatta eccezione solo per una parata di un ottimo Ospina. Ancelotti ha incartato Klopp. Grinta e cattiveria agonistica, il primo tassello fondamentale per la vittoria arrivata al 90° con Insigne: una scivolata che fa sognare tutti, esaltare una città intera.

Ancelotti ha sorpreso tutti. Maksimovic al posto di Hysaj, questa è la mossa vincente. Quella che serviva per andare a bloccare le avanzate offensive dei tre tenori in maglia Reds. Albiol a comandare al centro, Koulibaly a tenere Salah che provava a puntarlo in memoria di quel match con la Roma che fu, ma che puntualmente veniva fermato, diventando solo fotocopia sbiadita del suo essere campione. Poi proprio Maksimovic a completare quel 4-4-2 che vedeva sull'out mancino Mario Rui. La fase difensiva era, infatti, basata su una difesa a 4, ma in impostazione, c'era quel lavoro di Mario Rui, che lo portava a salire, posizionandosi sulla linea dei centrocampisti e andando, quindi, a dare manforte in spinta, con lo stesso Maksimovic che si accentrava proprio a comporre una difesa a 3: "Difesa fondamentale a limitare il loro contropiede, dietro sono stati bravi ma anche i centrocampisti hanno cercato il recupero palla immediato. Questa disposizione ci dà più presenza e rende gli attaccanti più pericolosi nelle zone avanzate". Fabian a sinistra, Milik o Mertens nella ripresa, uno strepitoso Allan, hanno fatto il resto. Fino al gol di Insigne, quello che ha fatto esplodere il San Paolo.

Ma ripensando alla gara, ci si accorge che la mano di Ancelotti è prepotente, è forte, è stata incisiva. Quasi, quel gol di Insigne, servito dalla destra, depositato alle spalle di Alisson, allo scadere, è stato messo a segno dal tecnico stesso. La voglia di vincere è stata ancora più evidente quando ha messo dentro Mertens e Verdi: l'ago della bilancia è totalmente passato in mano azzurra. Tutti remano dalla stessa parte, tante cose buone possono arrivare nel corso della stagione. Perchè è vero che in campo vanno i calciatori, ma questa l'ha vinta lui...con un capolavoro tattico!

di Ciro Novellino

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