Niente auguri, 'compra il Bari e non Cavani', snobba striscioni e malumori: ADL così non va, rifletti...

Nel giorno del 92° compleanno della SSC Napoli compra e fonda la SSC Bari. Non è uno scherzo, ma l'ultima trovata imprenditoriale di Aurelio De Laurentiis. Nemmeno un tweet, una breve nota in una ricorrenza così speciale per la squadra che risollevato dalle ceneri del fallimento portandola nell'elite del calcio europeo, nella top 20 del ranking continentale regalandole due coppa Italia, una supercoppa tricolore e per ben due volte il titolo di campione d'inverno dietro la Juve dei record. Del resto per il produttore cinematografico il club non è nato con Ascarelli il 1 agosto del 1926, ma nel settembre 2004 in un'aula di tribunale.

Ma il problema non è questo, tantomeno l'iniziativa manageriale che, se analizzata con distacco e lucidità, risulta essere straordinaria. Rilevare il club di una piazza che vive di questo sport ad un prezzo stracciato, per chi deve diversificare gli investimenti e snobba i sentimenti, era un'occasione troppo ghiotta da farsi sfuggire. Operazione di marketing fantastica, chapeau. Il sogno di avere una squadra B è stato realizzato in pochi giorni, un colpo da novanta sportivo ed economico.

Fatte le dovute premesse bisogna, però, occorre analizzare l'altra faccia della medaglia: i napoletani. Tattati in questo caso col solito distacco e senza tenere conto delle  frizioni con la reatà pugliese. Mai come in questo periodo storico la simpatia della piazza verso il numero del sodalizio campano è ai minimi termini. Tutto ciò nonostante lo Scudetto sfiorato, l'arrivo di Ancelotti, la conferma di tutti i big e i 90 milioni spesi sul mercato.

Ma perchè la gente ce l'ha ancora di più con De Laurentiis dopo questa mossa? Perchè vorrebbe che sfruttasse le proprie energie per rendere la squadra sempre più competitiva, senza sprecare fondi in una realtà storicamente rivale sia a livello ambientale che di tifoseria. "Compra il Bari e non Cavani", non si parla d'altro stamattina in città. I sostenitori vorrebbero si concedesse col Napoli un minimo di rischio d'impresa per continuare a sognare vittorie e tricolore, visto che in cassa i soldi per operare sul mercato ci sono. Comprando un campione, Matador et simili su tutti, e rafforzando la rosa per sfidare la Juve. Ragionare più col cuore da tifoso che con la calcolatrice nelle vesti di imprenditore. 

Tra Bari e Napoli, diciamoci la verità, non scorre buon sangue. Inutile rimarcare incidenti e accoglienze da incubo al San Nicola e non, perchè oramai il dado è tratto. E dispiace tanto sottolinearlo poichè trattasi di due realtà del Sud e la finalità del calciodovrebbe essere quella di unire e non dividere.

Se poi ci mettiamo alcune uscite infelici come 'Voi napoletani meritereste i cinesi', diverse promesse disattese nei momenti clou sul mercato in passato o strutturali come, stadio e centro sportivo sbandierati ogni anno come progetti a breve e mai realizzati, il rapporto con chi ama questa maglia finisce per sciogliersi come lo Stecco lecco. Per restare in tema. 

Voltarsi dall'altra parte non è più possibile. La gente non può essere illusa con proclami ogni stagione e vedere puntualmente la squadra incompleta. Perchè, senza nulla togliere alle rassicurazioni tecniche di Mister Ancelotti e ai seppur validi Milik e Inglese, una punta serve come il pane a questa squadra, soprattutto se si vuole puntare su tutti e tre i fronti nell'annata in cui la Juventus ha messo a segno il colpo del secolo comprando Cristiano Ronaldo. Altro che finito. 

C'è chi minaccia di disertare, di non abbonarsi nè allo stadio nè alle pay tv perchè stanca di volare alto e poi cadere sull'asfalto. C'è chi lo invita ad andarsene, vendere agli arabi o fondi d'alta finanza perchè raggiunta la saturazione degli incassi. Chi gli rinfaccia di essere nato perfino a Roma e napoletano non per adozione ma per interesse. Ed è anche ingiusto, oltremodo.

Oramai è una guerra all'ultimo colpo, ma nemmeno gli striscioni duri esposti dallo zoccolo duro dei supporters scalfiscono la sua visione d'affari. Aurelio va per la sua strada.

Nella diretta di oggi tramite i nostri canali social quasi la totalità dei messaggi era di natura offensiva. Ci dissociamo nella maniera più assoluta ovviamente, ma non si può non tenere conto di questo malumore, dilagante. Serve confronto e chiarezza sugli obiettivi.

I palloni di Paestum, il pezzo di carta pagato quasi 30 milioni di euro con un prestito, i cinepanettoni al cinema e e tutti gli acquisti-investimenti fatti negli anni i tifosi li hanno ormai ripagati, ampiamente e con gli interessi. E' questo il messaggio che la tifoseria vorrebbe che la stampa riportasse al presidente.

CalcioNapoli24 prova a farlo, anche al costo di essere tacciati come quelli che dicono 'cose non vere' perchè scomode. Perchè al futuro di questa squadra ci teniamo e puntiamo al massimo, sempre!

De Laurentiis ha risposto a tante domande nell'ultimo mese, molte concordate e servite su un piatto d'argento, ma dovrebbe essere più illuminante sulle prossime strategie che riguardano l'universo partenopeo. Al di là della questione SSC Bari quale sarà il futuro della SSC Napoli?

Perchè al tifoso non interessa galleggiare tra il secondo e quarto posto, vuole il primo. Se ne sbatte di arrivare in semfinale di Champions o tra le prime 4 in campionato solo ed esclusivamente per i diritti Tv. Il tifoso vuole sentirsi amato e tenuto in considerazione, vorrebbe che almeno una volta in 14 anni si spendesse per un colpo da novanta senza badare al portafogli, agli ammortamenti vari, tasse, spese e contributi. Vorrebbe il proprio amore ricambiato dopo tanti sacrifici logistici ed economici.

Insomma Napoli è stufa e pure noi di sentirci dire che siamo a libro paga, che ci voltiamo dall'altra parte perchè abbiamo paura di ritorsioni. Non è vero! Ma c'è tempo e modo per correggere il tiro.

De Laurentiis rifletti con saggezza e se ci sei leggi batti un colpo, di mercato. Ovviamente...

AGGIORNAMENTO - Ore 15.45 La SSC Napoli si ricorda del compleanno del club. Meglio tardi che mai.